A partire dal senso della mostra, lo scenografo Peter Bottazzi ha progettato tre aree che, in modi differenti, richiamano i valori simbolici dell’infanzia.
Nella prima area, le immagini di Steve McCurry sono collocate su una struttura che rimanda a una giostra, ossia al gioco che più di ogni altro rappresenta la trasformazione simbolica di un combattimento in una sfida che unisce impegno e divertimento.
Nella seconda area, le fotografie di Dario Mitidieri trovano spazio in blocchi di legno che ricordano le costruzioni, i primi giochi che il bambino utilizza per confrontare la propria libertà creativa con i limiti imposti dalla realtà.
Infine le immagini di Elliott Erwitt sono collocate su un ideale abaco, uno degli strumenti più antichi utilizzati per l’apprendimento e lo studio dei ragazzi, simbolo del diritto, spesso negato, alla istruzione e alla conoscenza.
Nel suo insieme. il percorso della mostra rappresenta un invito a lasciare da parte la inutile e spesso consolatoria retorica della compassione, un primo piccolo passo per trasformare i nobili intenti delle dichiarazioni solenni in riflessione profonda su ciò che possiamo e dobbiamo fare per il futuro di tutti i cuccioli umani del mondo.